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l’estate su Facebook

Pronti, partenza, via… è arrivata l’estate! E con la bella stagione – con o senza i 30° C all’ombra – Facebook si è trasformato nell’album di figurine delle vacanze. In prima fila, appena apri la home, svettano bikini, spiagge, sabbia, mare cristallino, ombrelloni… e tante altre immagini dell’estate degli altri. Vacanze al mappatella beach sottocasa, a Portofino, in Costa Azzurra, Smeralda o in piscina poco importa: per molti il must è convincere gli altri dell’esperienza unica che si sta vivendo.
Vi lancio una sfida: divertiamoci a osservare il mondo delle pseudovacanze patinate dei nostri amici e commentiamole. Ma non per essere cattivi. Commentiamole giusto per farci quattro risate assieme.
Nella top ten delle improbabili situazioni di questo weekend ci sono:
1. Il conoscente che si spara le foto in piscina su Facebook. A me sembrava una piscina piccolina. Provo ad approfondire e cosa scopro? La sua è una trovata intelligente: la piscina è quella per bambini, prontamente montata sul terrazzo per ovviare alla calura estiva. Ovviamente la foto della genialiata non può non finire on line.
2. Gente che la dieta non sa cosa significhi per 330 giorni l’anno e che adesso, in vista della prova costume, ricorda al mondo che è a dieta da un tot di anni e che fino a quando non avrà raggiunto il peso ideale non posterà foto in costume. E se questi soggetti fossero solo invidiosi di tutto il resto e scrivessero queste cose per ripicca?! 🙂
3. Selfie in spiaggia. Fatemelo dire: se il selfie nella vita normale è inguardabile, sulla spiaggia (o in costume) è peggio: mette in risalto i difetti a chi non ne ha… Figuriamoci a noi!
4. Le donne con occhiali-orecchini-collane-bracciali-trucco-tacchi-messainpiegaimpeccabile che si fotografano in riva al mare. Non ci credo. O sono fotomontaggi o la foto è scattata appena mettono piede sulla spiaggia. Poi si squagliano, assieme ai loro trucchi e gioielli.
5. Gente sdraiata in costume come foto di copertina. Un suggerimento: se ambite a diventare modelle delle principali marche di costumi, avete sbagliato periodo, magari – visto che l’estate è alle porte – siete un tantino in ritardo.
6. Foto dell’acqua. Voi avete mai provato a fotografare l’acqua? No? Provateci. E postate la foto su Facebook, anche per far notare alla gente com’è limpida anche l’acqua che sgorga dal vostro rubinetto.
7. Le immagini dei piedi in acqua. Andava di moda lo scorso anno. Assieme alle gambe immortalate con il mare sullo sfondo (modello würstel). Se proprio dovete ricordarci che siete a mare, siate originali!
8. L’uomo in ciabatta con i piedi nell’acqua. Sull’argomento rimanderei a tantissimi post fa. Ma sulla spiaggia all’uomo concedo l’uso dei sandali e quindi non vi rimando da nessuna parte 🙂
9. Le over 50 (di taglia, non di età) in bikini succinto con i commenti dei mariti/fidanzati: “teso’ stai benissimo”. Sì, come braciola nel sugo la domenica 😀
10. I finti palestrati che tirano in dentro la pancia, non respirano per qualche secondo, indossano un costumino modello spot Dolce&Gabbana per una foto profilo che resterà lì per 365 giorni l’anno. Quelle foto che quando poi incontri il soggetto per strada e non lo vedi da molto stenti a riconoscerlo… 🙂

E allora? Io un consiglio ve lo do. Mettete da parte smartphone, tablet, selfie, pc e tutto il resto e godetevi la vacanza!!! E lasciate in pace tutti quelli che sono a casa! 🙂

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Le estati spensierate

Ma voi ve le ricordate le estati delle elementari? Oggi guardavo con un misto di comprensione e invidia un bambino alle prese con la sua giornata interamente dedicata ai giochi.
Le mie estati da bambina cominciavano il primo giugno, un po’ in sordina e con un po’ di tristezza per la fine dell’anno scolastico. Il 2, però, già cominciavano i progetti e le organizzazioni con le amichette: domani da te, dopodomani da me, tu porti la tua Barbie, lei il suo Ken, io la Ferrari di Barbie… Credo di aver speso le migliori estati della mia vita a fantasticare su storie impossibili, su Barbie e Ken che si prendono e si mollano, su Skipper che fa sempre la sorella minore acida e antipatica di Barbie…
Oggi, guardando quel bambino giocare spensierato con le macchinine, ho colto nei suoi occhi la gioia delle estati lunghe e spensierate; la stessa luce che animava anche il mio sguardo, specie quando la mia Barbie si dotò di piscina! 🙂

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“mi cancello da facebook”: pare facile! :)

A chi non è mai passato per la testa di cancellarsi dal fantastico mondo di Facebook?

Prima o poi – ci scommetto – il pensiero è passato nella mente di tutti. Troppi amici, troppi inciuci, troppa curiosità… I motivi saranno stati sicuramente molteplici.

Pensate che una volta una mia conoscente mi ha detto: “Mi cancello: c’è gente che non si fa i cavoli suoi“.  Io poi vorrei spiegare a questa persona: ma secondo te, la gente su Facebook che ci sta a fare allora? Io direi che il 90% delle persone che stanno su Fb sono lì proprio per chiedere l’amicizia a quelli che conoscono vagamente  e impicciarsi dei fatti altrui. Ma questa è tutta un’altra storia…!

Avete mai provato a cancellarvi da Feisbuk? C’è una procedura difficilissima.

Le difficoltà per rintracciare il link che porta alla pagina di cancellazione ci sono tutte. Una volta arrivati sulla pagina e, dopo aver cliccato su “cancella il mio account” ecco che Fb prende le foto dei tuoi amici e le sbatte sotto al pulsante “cancella definitivamente”. E che dice? “Sei sicuro di volerti cancellare? Ad Antonio mancheranno i tuoi aggiornamenti”. “Mancherai anche a Mario”. Insomma, appena provi a cancellarti i tuoi amici sembrano super disperati della notizia (anche se non sanno un cavolo e magari non vi sopportano minimamente).

Insomma, cancellarsi da Facebook potrebbe essere un’esperienza unica, difficile sia praticamente (trovare quella cavolo di pagina è un’impresa) sia emotivamente (come fai a cancellarti se Antonio, Mario, Giovanni, Andrea, etc. sentiranno così fortemente la tua mancanza?)

Ok, è vero: non ce la possiamo mai fare. Sarà il motivo per cui siamo sempre lì? A controllare gli ultimi aggiornamenti, come affacciati alla finestra per vedere tutto ciò che accade intorno a noi?

Un dubbio io me lo pongo: ma senza Facebook prima su cosa si scrivevano i post in mancanza di ispirazione? 😀

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dieci motivi alla Saviano

Li avevo promessi alla mia collega di blog in risposta al suo post sui dieci motivi per cui vale la pena vivere. Mi ero ripromessa di scriverli più di una volta, anticipandone uno lo scorso weekend. Mi sono detta che dieci motivi forse sono un po’ pochini e che occorrerebbe allungare la lista. O forse scegliere solo i più importanti. Ma come si fa? Poi mi sono detta che forse, se non fossero stati pochi dieci motivi, non ci sarebbe stato neanche lo sfizio di scriverli. E allora ho pensato che vale la pena provarci. Così, scrivendoli di getto, magari mangiandomi le mani per aver omesso qualcosa, o commentando a raffica il post per inserire man mano altri motivi, bluffando clamorosamente. Vedremo… Pronti? Via

  1. La soddisfazione di tornare in posti che pensavi non avresti più rivisto ed emozionarti sempre come se fosse la prima volta.
  2. L’affetto, la stima e la presenza costante delle persone a cui vuoi bene
  3. La sensazione incredibile di essere riuscita in un’impresa della tua vita e lo stato d’animo di chi sa di aver conquistato qualcosa con le sue mani, anche se in maniera fugace
  4. Gli elogi sinceri delle persone che stimi e che ti danno la giusta carica per affrontare nuove difficoltà
  5. Il profumo del caffè caldo la mattina e la ritualità di piccoli gesti che se non ci fossero si andrebbe avanti a fatica
  6. Il piacere di un caffè al bar in compagnia e con quattro chiacchiere tra gossip e aggiornamenti (sono caffeinomane e inciuciona, lo so!)
  7. I ricordi. Sono sempre il sale della vita. Sono la nostra storia. E donano piacevoli emozioni quando se ne ha bisogno
  8. Il mare, d’estate o d’inverno; il mare con poche persone, con una leggera brezza mischiato al profumo degli alberi di una pineta. Una delle immagini della mia infanzia: rilassante e spensierata insieme. Come tornare sull’isola che non c’è! 🙂
  9. Credere che un mondo migliore sia possibile e che anche noi, nel nostro piccolo, possiamo impegnarci per cambiare il mondo
  10. Il solo pensiero di trovare un lavoro, magari quello dei sogni, e rileggere questo post con il sorriso sulle labbra

Nb. Specifichiamo che l’elenco è numerato solo per convenienza e non per ordine di importanza!

 

 

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La vita (e lo stress) ai tempi di Facebook

Ma pensate mai a come ci ha cambiato la vita Facebook?

Una mia amica ieri mi ha ricordato per l’ennesima volta che “per me questa cosa diabolica vi rovina l’esistenza”. Io, invece, continuo a vedere i lati positivi: ti tieni in contatto con il mondo. Certo, come nella vita reale, c’è chi sbaglia, chi non usa questo strumento di comunicazione come si dovrebbe. Ma secondo voi, quelle non sono le stesse persone che commetterebbero gli stessi errori anche nella vita face-to-face?

Io non sono apocalittica da questo punto di vista. Spesso mi eclisso: osservo comportamenti, commenti, “mi piace”, pubblicazioni di link e frasi… Ma ci sono. Non potrei farne a meno oramai.

Proprio pochi minuti fa ho letto un’Ansa: noi facebokkiani saremmo in un “limbo neurotico”, come gli scommettitori: presi dalla mania di essere presenti e di ottenere qualcosa di buono e allo stesso tempo consapevoli di tutti i lati negativi.

Ah, dimenticavo: occhio, chi ha troppi amici potrebbe essere sottoposto ad ansia, tensione e stress!:-)

Buon facebook a tutti!

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Perché un blog?

Perché un blog?

Solitamente questa domanda una persona che rientra nei canoni della normalità se la pone prima di aprire un blog; o forse all’inizio dell’avventura, giusto come presentazione. 😛

Io no. Ma non perché non sia normale (anche se oramai il concetto di normalità è fortemente relativo). Finora avevo accettato la realtà del blog come luogo in cui pubblicare considerazioni, riflessioni, pensieri… Insomma, un po’ tutto quello che mi passava per la testa. Da qui il nome: pensieri in disordine.

Da qualche settimana, però, mi trovo a riflettere sul senso del blog non come proprietaria-scrittrice, ma come chi cerca il giusto approccio per studiarne le dinamiche, le motivazioni e tutto il resto appresso…

Ed alla fine, rispolverando anche qualche nozione teorica sono giunta alla conclusione che:

  1. Il blog fa sempre parte del nostro essere narcisi: ci piace scrivere e su questo non ci sono dubbi; ma ci piace anche che qualcuno ci legga. Sennò che sfizio c’è? Lo sfizio è elevato all’ennesima potenza quando poi qualcuno che magari conosci, nel bel mezzo di un discorso, ti dice: “A proposito, ho letto sul tuo blog…” 🙂
  2. Un blog è bello perché ti consente di mantenere i contatti con persone che, per svariati motivi, non vedi tutti i giorni (o che magari sono solo amici di blog);
  3. E’ ancora più bello per chi, impicciona (in senso buono, s’intende) come me, resta aggiornata su vari episodi vissuti dagli amici di blog;
  4. È bello perché ti consente di scrivere quello che vuoi, quando vuoi, senza vincoli di tempo, di orario, di spazio, di linee editoriali (o presunte tali)… Esattamente il contrario delle mie esperienze giornalistiche;
  5. Poi ho scoperto che il blog incrementa la dimensione narrativa dei racconti, costituisce una sorta di pensiero narrativo collettivo ed è l’esempio di come, nella nostra società, la dimensione individuale (quella del vecchio diario da chiudere con il lucchetto) tenda a scomparire…

Ma adesso io mi chiedo: non è spettacolarizzazione dell’individualismo anche questo?

A questo ci penserò prossimamente. Per adesso ho solo intenzione di esaltare la bellezza di un blog! 😉

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