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si torna tra i banchi! :-)

Pomeriggio piovoso e fresco. Non tipicamente invernale. All’Università c’è una lezione che non ho intenzione di perdere. L’argomento è uno dei miei preferiti e ne discutono ospiti illustri. Il tentativo di “faccio finta di non vedere” fallisce nel momento in cui altre tre persone, amiche e interessate, ti segnalano lo stesso evento. Si parte!

L’avventura comincia al parcheggio dell’Università, nel fare i conti con le macchine, “aumentate esponenzialmente rispetto a quando frequentavo io”, e con i posti che mancano. Si parcheggia dall’altro lato del Campus, giusto per fare quattro passi in più e per bagnarsi meglio, visto che sta cominciando a diluviare.

Appuntamento all’esterno dell’aula con la compagna di corso che, scherzi del destino, è ex compagna di Università. Ok, appuntamento fuori dall’aula… A trovarla l’aula! 😀

Corsa per i corridoi, telefono che trilla, indicazioni carpite: “Ok, ho capito“.

Arriviamo fuori all’aula. Dovrebbe essere una lezione diversa dal solito. Ci stupisce la folla di persone. Tra di loro parlano di misteriose creature, apparterranno forse alla nuova generazione di extraterrestri. Origliamo al meglio i discorsi degli studenti del 2011; avevamo capito bene: parlano di strani oggetti non meglio identificati, i cieffeù. Cerchiamo di capirci qualcosa in più ma pare impossibile. Entriamo in aula e scopriamo che gli alunni si fanno fotografare con gli ospiti illustri. Io non ci avrei mai pensato! Però…

Va bene, ci facciamo largo tra la folla e cominciamo a cercare un posto. Due posticini in ultima fila sembrano essere l’ideale per noi, che abbiamo a malapena cinque anni più degli studenti delle ultime file ma che sembriamo dei dinosauri per la scarsa dimestichezza con le aule, le lezioni, i cieffeù e la vita universitaria. Ci avviciniamo, i nostri sederi stanno per toccare il sedile imbottito quando un grido ci fa raggelare: “Sono occupatiiiiii“. Occupati da chi? – chiede e si domanda la mia compagna di corso, visto che su quei sedili non c’è traccia di giubbino, quaderno, borsa… Le suggerisco di lasciar perdere. D’altronde, anche noi fino a cinque/sei anni fa, occupavamo file intere in queste occasioni; file intere che, puntualmente, si riempivano solo a cinque minuti dall’inizio.

Ci facciamo ancora largo tra la folla e conquistiamo la seconda fila, due posti al centro. Siamo soddisfatte. Nel sedermi, poso malauguratamente un piede sulla tracolla della borsa della ragazza che siede dietro di me che, educatamente, dopo un quarto d’ora, mi chiede “Mi scusi, c’è la tracolla sotto al suo piede“. MI SCUSI?!? Io e la mia amica ci guardiamo sorridendo. Ma sembriamo così vecchie rispetto a loro? 🙂

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